La
vicenda narrata reinterpreta l'opera "Il cerchio di
gesso del Caucaso" di B. Brecht. Una metafora sulla
vita e sull'amore che mette in discussione i diritti
di proprietà sulla vita degli altri, dei genitori sulla
vita dei figli, ad esempio, sottolineandone il rapporto
d'amore e di dedizione.
In "Disimparada" (ovvero "La bambola abbandonata")
due bambine si contendono una bambola buttata via dalla
prima, raccolta e restaurata dall'altra.
Un ambulante sarà il giudice salomonico della contesa.
E tutt'attorno canti, giochi, musiche ispirati alla
tradizione sarda.
La scelta di adattare e tradurre "La bambola abbandonata"
(dopo averla precedentemente realizzata con successo
in lingua italiana per diversi anni) ci è sembrata logica,
dato il nostro impegno nel teatro etnico e vista la
scarsità di testi in lingua sarda indirizzati a bambini
e ragazzi.
Riteniamo che sia un'operazione importante in questo
momento di dibattito sulla lingua e di rinnovato interesse
nei confronti delle radici etniche e dei valori della
nostra tradizione culturale coinvolgere nel dibattito
soprattutto le nuove generazioni.
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