Mentre
sale lenta la luce dell'alba, tre donne si scambiano
racconti di sogno e di memoria, tutti permeati dal ricordo
dell'uomo straordinario che ha cambiato la loro vita
(e non solo): Ges� Cristo.
Le donne, che si rivelano Maria, Maddalena e Veronica,
ridiventano cos� protagoniste attive, e non pi� semplici
testimoni, dei giorni d'amore che sconvolsero il mondo.
Intorno a loro, una pioggia di sudari di stoffa, che
scendono dal soffitto e si accumulano sul pavimento:
geografie e scritture su tela, lunghe oltre sei metri,
dove risalta una libera reinvenzione della sacra Sindone
disegnata attraverso fili e cuciture.
"Su sonniu de Maria", scritto in sardo logudorese
da Gian Mario Demartis, per la Regia di Giampietro Orr�
e con le installazioni artistiche di Maria Lai, � un
evento teatrale che si discosta profondamente dalla
struttura tradizionale delle sacre rappresentazioni.
Il fulcro drammaturgico non � la rivelazione, pi� o
meno realistica e ordinata cronologicamente, della vita
e della morte di Ges�. Cristo � presente, ma non fisicamente.
Vive nelle parole, negli sguardi, nei canti, nei ricordi.
L'azione teatrale, connotata da un vivido senso di sospensione,
si espande e cresce tra tagli di luce e gli splendidi
teli di Maria Lai, che fanno da rete visiva all'intreccio
tra due linee rituali e simboliche: da un lato il percorso
religioso della Pasqua e della Settimana Santa, particolarmente
sentito in Sardegna, e dall'altro i segni della parola
poetica e della tradizione popolare, rielaborati attraverso
il linguaggio dell'arte e del teatro contemporaneo.
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